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Intervista di un vero broker di CFD - Purple Trading e il modello STP puro

 

CEO di Purple Trading David Varga è stato intervistato da Marcin Nowogórski, redattore del portale finanziario Comparic.com 

CEO David Varga


Marcin: Buongiorno David, grazie per il tuo tempo e la tua disponibilità nel condividere alcuni dettagli sul dietro le quinte delle operazioni come broker. Secondo un famoso detto di Bismarck, la gente non dovrebbe vedere come vengono fatte politica e salsicce. Pensi che le operazioni del broker possano essere d’interesse per i trader?

David: Buongiorno Marcin, grazie per avermi invitato a questa intervista. Qui in Cechia alle volte diciamo di “dare uno sguardo sotto al coperchio”, e a mio giudizio non c’è niente di male nell’esplorare questo tema un po’ più da vicino. Al contrario, potrebbero essere molto utile ai trader comprendere alcuni dei principi di base di come operano i partecipanti ai mercati. 

Purtroppo oggigiorno non è così facile descrivere ciò in modo adeguato. Ogni broker utilizza una diversa configurazione per la propria infrastruttura di trading, il che si traduce in un diverso mix di piattaforme di trading e/o tecnologia di bridging (ovverosia quella tecnologia che trasferisce gli ordini dei clienti ai fornitori di liquidità) e controlla tutto questo attraverso diversi sistemi di gestione. Per questo motivo è piuttosto difficile dire cosa o come i broker fanno qualcosa, a meno che non si dia uno sguardo più ravvicinato alle strutture presenti.

Stai dicendo che, per usare la tua espressione, ciò che c’è sotto il coperchio del mio broker è più o meno sconosciuto? Vi sono però alcuni modelli di come possono funzionare i broker OTC.

Sì, sicuramente è importante comprendere per prima cosa tali modelli di base per poter poi approfondire ulteriormente questa tematica, ma cercherò di essere succinto.

Il broker STP funge da agenzia o da intermediario per le operazioni dei clienti. Il suo server riceve l'ordine da un cliente e lo trasmette a una terza parte, nota come fornitore di liquidità. Tutto questo avviene nel giro di millisecondi e, naturalmente, in modo automatico al giorno d’oggi. La denominazione legale ufficiale di questo servizio d'investimento è "ricezione e trasmissione degli ordini dei clienti". L'ordine viene poi eseguito dal fornitore di liquidità (che è responsabile di creare o trovare una controparte per ogni ordine che gli viene inviato). La conferma dell'esecuzione viene rispedita al broker, quindi al cliente. Per questo servizio, il broker STP di solito addebita una commissione per ogni operazione o aggiunge un certo mark-up agli spread d’origine che riceve dal fornitore di liquidità. Questa è fondamentalmente l'unica fonte di guadagno per il broker.

I broker MT4 utilizzano dei bridge per questo. Puoi spiegare il concetto di bridge? È qualcosa che riguarda solo l’instradamento degli ordini? O vi sono altre funzionalità associate?

Sì, dal momento che la piattaforma MT4 aveva inizialmente opzioni limitate per il collegamento con soggetti terzi, non è stato facile collegarla con l'infrastruttura tecnica di istituti finanziari più grandi, che tendono a comunicare con il cosiddetto protocollo FIX. Per questo motivo i fornitori di tecnologia devono aver sviluppato dei “bridge”, ovverosia dei “ponti”, che in sostanza fungono da messaggero, consentendo le comunicazioni tra il server MT4 e il server delle banche o di altri fornitori di liquidità extra bancari.

Le soluzioni dei fornitori di tecnologia oggi includono anche altre funzionalità avanzate per i broker: oltre a utilizzare il protocollo di comunicazione, o a fornire loro un solo set di dati per la rendicontazione e contabilità (il che è particolarmente utile soprattutto se si utilizza più di una piattaforma o più di un fornitore di liquidità, consentono ai broker di utilizzare più fornitori di liquidità, fungendo così da aggregatori. Questo è ciò che avviene anche nel nostro caso, permettendoci così di utilizzare i migliori fornitori di liquidità a seconda dei diversi tipi di strumenti, senza essere vincolati con un solo fornitore di liquidità.
MT4-diagram_IT.png


Come funziona con i market maker?
 
I broker completamente market maker forniscono invece direttamente la liquidità ai propri clienti e diventano la sola controparte in tutti gli ordini dei clienti. Ogni ordine che raggiunge il server viene eseguito internamente, nei libri del broker. Tale operazione, dal punto di vista legale, è chiamata “negoziazione per conto proprio”. Le cose qui naturalmente sono diverse dal punto di vista dei ricavi. Dal momento che il broker è la controparte unica dell’operazione, lo stesso guadagna dalle perdite generate dai suoi clienti e si basa principalmente sulle statistiche secondo cui la maggior parte dei clienti perderà il proprio denaro in un tempo relativamente breve.

Esiste poi anche un terzo modello, il cosiddetto modello "ibrido", in cui il dipartimento di trading del broker cerca di ottimizzare il flusso di trading dei propri clienti al fine di guadagnare di più. Per questo vengono utilizzati entrambi i tipi di esecuzione, trasmettendo una parte delle operazioni dei clienti ai fornitori di liquidità, mentre un’altra entra a far parte del flusso di trading delle negoziazioni per conto proprio. Vi sono diversi approcci in tal senso. Le statistiche e il continuo monitoraggio dei conti dei clienti hanno un ruolo importante qui. 

Quindi il mio broker market maker guarda attentamente ogni passo che faccio?

L’idea è semplice: si cerca di isolare le operazioni con un’elevata probabilità di chiudere in profitto, andandole a coprire utilizzando un fornitore di liquidità. Se generi dei profitti, probabilmente sei sotto osservazione.

Sento dai fornitori di liquidità che diversi broker internalizzano il flusso al giorno d’oggi anche se sono collegati. Perché avviene ciò? Si tratta di un disperato tentativo di generare profitti in questo ambiente estremamente competitivo?

Mi sento di affermare che questo modello ibrido è ampiamente utilizzato oggigiorno dai broker, sia direttamente da parte loro (in tal caso è richiesta una licenza come market maker) o dalla loro società controllante, che alle volte è il fornitore di liquidità.

Questa situazione non è simile a quando un broker STP invia ordini ad una banca che è un market maker, una situazione non insolita nel settore bancario? Qual è la linea oltre la quale possiamo dire che un conflitto di interesse inizia a diventare un problema?

Tecnicamente sì, è pressoché la stessa cosa. Ma da un punto di vista del business, direi di no. Se un STP, o anche un broker ibrido, utilizza una banca terza, che è un market maker, è difficile per tale banca andare a manipolare le operazioni. Questo perché se il broker monitora tale aspetto (e dovrebbe farlo in termini di politica della "Best execution" e nel miglior interesse dei clienti) e se ne accorge, andrebbe a cambiare banca. 

Tuttavia, se la controllante del broker è anche il suo fornitore di liquidità, vi è un possibile conflitto di interesse e potrebbe essere difficile da monitorare qui il rispetto degli obblighi della politica "Best execution".

Capisco. E nel caso di un broker STP puro, cosa avviene quando l’ordine raggiunge il fornitore di liquidità? Hai indicato che il fornitore di liquidità è responsabile di diventare o trovare la controparte?

Esattamente, ma ancora una volta non è così semplice. Vi sono diversi tipi di fornitori di liquidità e come sempre, ognuno ha i suoi pro e contro. Ad esempio, potremmo avere un altro broker o una banca che esegue tutte le operazioni per conto tuo in qualità di market maker o tramite il modello ibrido. Un’alternativa potrebbe essere una sorta di exchange, in gergo un sistema multilaterale di negoziazione, in inglese “multilateral trading facility” (MTF), che collega migliaia di operatori di mercato e crea un ambiente di concorrenza sotto il profilo di prezzi ed esecuzione, un po’ come avviene in borsa. Infine, abbiamo un cosiddetto “prime of prime broker”. Questo tipo di fornitore di liquidità aggrega il feed dei prezzi del mercato interbancario ed è connesso a diverse banche d'investimento, fondi e altri istituti finanziari, e genera un pool di liquidità. In altre parole, procede a scegliere automaticamente il miglior prezzo e le migliori condizioni possibili per le tue operazioni e fornisce una profondità di mercato molto più ampia di casi in cui si abbia a disposizione un solo fornitore o market maker. Questa opzione è più costosa per il broker, ma sarebbe praticamente impossibile per un broker al dettaglio mettersi in contatto con grandi operatori di mercato in modo autonomo e i vantaggi sono evidenti.

Qual era la vostra scelta?

Abbiamo provato ognuno di questi modelli e abbiamo finito per optare per i modelli "Prime of Prime" (IS Prime) e MTF (LMAX). Anche se c’erano alcuni vantaggi nell’utilizzare le altre soluzioni, come ad esempio prezzi notevolmente più bassi (spread d’origine, commissioni di trading), abbiamo riscontrato sempre alcuni problemi, gravi problemi tecnici e svantaggi che ci hanno costretto a cambiare diversi fornitori di liquidità nel corso del tempo. Questo è successo già per 5 volte, finché non abbiamo trovato la soluzione da noi adottata attualmente, che ci ha lasciato soddisfatti ormai da tre anni a questa parte. Non abbiamo però abbassato la guardia...

I broker tendono a vantarsi di quanti fornitori di liquidità usano e delle banche tier 1 che hanno. È davvero possibile che i broker OTC di piccole o medie dimensioni che offrono microlotti utilizzino la liquidità di 13 tra le più grandi banche?

Sì, questo può sembrare strano, ma come ho detto prima, questo è il motivo per cui impieghiamo il modello “Prime of Prime” del fornitore di liquidità. Se operassimo autonomamente, non saremmo minimamente in grado di unire la liquidità di tali big player.

Qualcuno potrebbe affermare che eseguire gli ordini in-house non solo sarebbe più redditizio, ma anche più affidabile. In questo modo si eviterebbero problemi con i fornitori di liquidità e si sarebbe in pieno controllo dell’esecuzione, fornendo al contempo una migliore esperienza ai clienti. È davvero così?  

Domanda interessante, ma la risposta non è delle più semplici. Per prima cosa non ritengo che essere un market maker sia più semplice o più affidabile. Si tratta di un altro modello di business che presenta diversi tipi di problemi e minacce. Ho sentito di diversi broker che impostano in modo errato i parametri di gestione del rischio e sono finiti in bancarotta a causa di ciò, quando ad esempio alcuni clienti hanno generato profitti milionari in occasione di movimenti di mercato estremamente volatili. Inoltre è richiesta una licenza diversa, vi sono maggiori obblighi di rendicontazione e monitoraggio, la necessità di avere più personale, ecc.
In secondo luogo, un market maker deve far fronte a clienti che generano un profitto in qualche modo, specialmente se vuole massimizzare i propri profitti. Questo significa trattare alcuni clienti in modo differente, avere procedure per questo e così via. Il broker STP normalmente tratta tutti i clienti e tutti gli ordini allo stesso modo.

Sentiamo parlare sempre di broker disonesti e la maggior parte ha a che fare con market maker. Vi sono market maker onesti?

Devo rispondere affermativamente. Credo che sia possibile trovare un market maker onesto e professionale. Tuttavia, potrebbe risultare molto difficile trovarli, sia per me che per i clienti finali. 

Hai già indicato che è difficile dire cosa fa un broker nel back office. E se il mio broker è un market maker, è possibile che manipoli le mie operazioni o il mercato a mio svantaggio? 

La questione è che quasi tutti i market maker hanno un ruolo nelle operazioni dei clienti, dal momento che devono elaborare tali operazioni e creare un mercato per esse, come il nome stesso “market maker” suggerisce. :-) Quindi, il broker dovrà creare una profondità di mercato al fine di simulare un’esecuzione sul mercato reale e proteggersi dall’arbitraggio di latenza ad esempio, ma questo non è di per sé una cosa negativa. La domanda è cosa è “sufficiente”?

Pongo a te la domanda. Cos’è “sufficiente”? 

Come dicevo, un market maker esegue le operazioni dei clienti internamente e crea una controparte per tali operazioni. Ciò significa che l'esecuzione di ogni operazione, indipendentemente dalle condizioni di mercato, può essere effettuata immediatamente (esecuzione istantanea), senza dover attendere che l’ordine venga eseguito presso il fornitore di liquidità (esecuzione a mercato). Tuttavia, avere un'esecuzione davvero istantanea può essere fonte di abuso. Esistono strategie di trading basate sul cosiddetto arbitraggio di latenza che mette a confronto lieve differenze di prezzo tra diversi broker e possono funzionare molto bene in caso di esecuzione istantanea. Pertanto, un market maker può voler simulare un’esecuzione STP andando a ritardare leggermente l’esecuzione dell’ordine come avviene nel modello STP quando l’ordine deve viaggiare ad un altro data center per l’esecuzione presso un’altra entità che impiega decine o centinaia di millisecondi in più rispetto ad un’esecuzione istantanea. Questo protegge il mercato da arbitraggio di latenza.

Sembra che il problema si sia invertito e che ora siano i trader a sfruttare i poveri market maker, che devono correre ai ripari per proteggersi? 

Ci potrebbero essere altri strumenti che permettono ai broker di influenzare lo slippage che i trader ottengono (in positivo e in negativo), di impostare un offset minimo per definire e modificare ordini di stop loss, ecc. Alla fin fine bisogna tenere conto di questo: i broker possono programmare quasi tutto e associare dei plugin ai server, quindi tutto può condizionare il trading e gli ordini dei clienti in un modo o nell’altro. Poiché la maggior parte di tali strumenti possono essere utilizzati sia a beneficio che a danno dei clienti, ovviamente il tutto sta in chi li utilizza e con quali intenzioni. A riguardo, naturalmente, possiamo solo fantasticare...

Parliamo di ritardi artificiali, slippage asimmetrico, disconnessioni del server durante la pubblicazione di dati macro e prezzi strani, o manipolazioni in cattiva fede. I trader si lamentano molto di ciò su internet. Sembra che molti market maker siano andati un po’ oltre, per così dire. Puoi spendere qualche parola su questi presunti “stratagemmi”?

Non c’è molto altro che mi viene in mente oltre a quanto già citato, ma non è forse sufficiente? Come dicevo, molto dipende da chi utilizza tali strumenti e perché lo fa.

Come vedi i modelli ibridi, che vanno ad unire entrambi i modelli? Non ti sembra che si possa essere o market maker o STP, e la scelta non viene certamente fatta con il bene placet del cliente. La scelta dopotutto avviene sulla base di ciò che è meglio per loro e il cliente si trova a subire sempre gli svantaggi. 

Sì, questo è uno dei rischi di cui parlavo prima. Come trader si cerca di ottimizzare la propria strategia per determinate condizioni, ma il broker può cambiarle a propria discrezione.

Noi diciamo sempre di accogliere di buon grado anche i trader che generano profitti, in quanto non modifichiamo le condizioni di trading a seconda della redditività dei clienti e trattiamo tutti gli ordini allo stesso modo in termini di esecuzione.

Sostieni che sia difficile dire in che modo il broker gestisce gli ordini dei clienti, ma il cliente ha la possibilità di scoprire quale modello utilizza il broker?

Sì, questo non è così difficile e vi sono diversi modi per farlo.

Per prima cosa, i broker STP generalmente lo comunicano, quantomeno per scopi pubblicitari, anche sul proprio sito. Nell’ipotesi migliore, tali broker divulgano pubblicamente chi sono i loro fornitori di liquidità, e in alcuni casi riportano anche alcune statistiche, come spread medi, tempi di esecuzione, distribuzione di slippage negativi e positivi, il tutto in un’ottica di trasparenza. Questo è ciò che facciamo noi di Purple Trading d è possibile verificare tali dati qui. Viceversa, i market maker tendono a non vantarsi apertamente della propria posizione e non sono così trasparenti.

In seconda battuta è possibile verificare il tipo di licenza del broker. Questa può essere verificata sul sito dell’ente di regolamentazione e come indicato all’inizio, se il broker non ha una licenza per “negoziazioni per conto proprio” significa che non può fungere da market maker. Se è titolare di tale licenza, è molto probabile che il broker sia un market maker puro o che utilizzi un modello ibrido. Ad esempio, è possibile verificare i nostri dati sul sito della CySEC, dove si troverà solo licenze per “Ricezione e trasmissione degli ordini”, “Esecuzione” e “Gestione del portafoglio”. Nel nostro caso manca la licenza per “Negoziazione per proprio conto”.

Infine, vi è un ulteriore controllo che può aiutare a comprendere come opera un certo broker. Di recente, dopo l’entrata in vigore della direttiva MiFID II, le imprese di investimento regolamentate nell’UE sono tenute a comunicare esattamente dove vengono eseguiti gli ordini dei clienti, o più precisamente, le prime 5 sedi di esecuzione utilizzate durante ogni anno solare, incluse sé stesse in caso di broker market maker. Tale rapporto è chiamato RTS28 e ogni broker deve pubblicarlo in un modo o nell’altro sul proprio sito. Penso che non siano in molti a conoscere tale rapporto, ma è una fonte di informazioni molto valida. Anche in questo caso, è possibile dare uno sguardo al nostro rapporto RTS28, dove si vedrà che lo scorso anno ad esempio abbiamo utilizzato 4 diversi fornitori di liquidità per eseguire le operazioni dei clienti.

Mi chiedo perché ci sia della gente che utilizza i servizi dei market maker quando può scegliere un modello STP. 

Sarebbe vantaggioso in questo caso rispondere semplicemente con un netto “sì”. :-) Ma non esiste il “broker migliore per tutti”, le cose non sono solo bianche o nere. 

Ritengono che un solido market maker possa essere una buona scelta per alcuni trader. Coloro che possono approfittare dei suoi vantaggi e farsi una ragione degli svantaggi presenti. Costi di trading estremamente bassi, spread fissi o addirittura nessuno swap e l'esecuzione istantanea delle operazioni sono qualcosa di fondamentale per alcune strategie di trading, ma anche qualcosa che i broker STP non possono pensare di offrire. Viceversa, tali trader devono anche contare che, se generano un guadagno, il market maker può smettere di fornire loro servizi o migrarli a un modello STP con condizioni potenzialmente diverse. Questo può rendere necessaria una revisione della strategia o la ricerca di un altro market maker e la storia ricomincia. 

Personalmente conoscono alcuni trader, il cui approccio di trading si basa sullo sfruttamento di market maker con una tecnologia non ben configurata, ritardo del feed dei prezzi o esecuzione istantanea. Tali trader aprono un conto, generano diverse migliaia di dollari fintanto che il broker non li nota, poi chiudono il conto e passano al successivo. Il loro trading non potrebbe mai funzionare in condizioni di mercato STP reale, ma funziona bene in questo modo.

Viceversa, se un trader è alla ricerca di un partner di lungo termine stabile, ovvero un broker le cui intenzioni siano in linea con quelle del broker e dove è possibile ottenere i migliori servizi e assistenza, un broker STP è una scelta migliore. Siamo onesti, noi broker STP non possiamo competere con i market maker in termini di prezzo, non possiamo offrire veramente un trading senza swap, offrire bonus sui depositi o avere offerte come “fai trading sul DAX con uno spread ridotto del 50%”, quindi abbiamo una chance di stare sul mercato solo offrendo ai clienti servizi d’eccezione, aggiungendo sempre qualcosa in più e trattando i clienti con i guanti bianchi.
Quindi per me la decisione tra un broker STP o market maker, o le domande finali da porsi sulla scelta, rimangono probabilmente quelle fondamentali: il trading è un gioco per te o lo prendi sul serio e vuoi aver successo nel lungo termine? Sei alla ricerca di un broker che ti supporti in questo e in cui credere? Ha senso provare e testare la tua strategia con determinate condizioni, per poi passare ad altre una volta che si ha successo? Vuoi un broker che è un tuo concorrente o uno che possa essere un tuo partner nel lungo termine?

Lasciami chiedere perché un broker dovrebbe rinunciare al modello market maker e diventare un STP puro come voi?

Crediamo che nel lungo termine valga maggiormente la pena. Vogliamo un business fondato su relazioni di lungo termine con i nostri partner e con i nostri clienti. Questo è come sono cresciuto e come opero nella mia vita privata. Per questo motivo vogliamo che i nostri clienti abbiano successo e offriamo un programma di fidelizzazione, mettendo a disposizione con il tempo sempre nuovi strumenti e funzionalità utili, con eccellenti condizioni di esecuzione, fornendo un pieno supporto nel viaggio di trading che talvolta porta i clienti a diventare trader professionisti. Offriamo ai nostri clienti un’opportunità di diventare fornitori di strategie, che possono essere copiate da centinaia o migliaia di investitori. In questo modo i nostri clienti hanno l’opportunità di guadagnarsi da vivere facendo trading senza dover avere milioni sul proprio conto.

Comprenderai che una visione come questa non può essere in linea con quella di broker market maker, in quanto non ha senso sotto il profilo filosofico, morale e commerciale.

 

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